CASA LUCE DORATA

Colori e luci si susseguono in un’alternanza leggera per non saturare esteticamente l’ambiente

Al terzo piano di un fabbricato degli anni ’20 a Milano l’appartamento è stato completamente ristrutturato puntando all’uso uniformante del bianco e di caldi tocchi dorati. Lo stile dell’abitazione è minimal e ricercato, con arredi dalle linee pulite e alcuni pezzi di design.

Poche le connessioni al colore verde, virato secondo una palette cromatica ristretta che va dal verde bosco al verde salvia ed è circoscritto a qualche elemento di completamento, per non saturare esteticamente uno spazio che i padroni di casa amano neutro ma molto accogliente.

La zona giorno è caratterizzata da un unico ambiente su cui insiste una carta da parati dai tratti impalpabili, la parete protagonista è arricchita da molteplici elementi che si susseguono sulle mensole disposte in modo apparentemente casuale, pezzi di design si alternano a opere d’arte e a libri sia antichi che contemporanei, conferendo all’ambiente una leggera allegria.

Un parquet caldo e vagamente rustico dona concretezza all’ambiente equilibrando la sensazione di raffinatezza e impalpabilità.

Gli arredi tutti su misura sono caratterizzati da alte colonne di colore bianco con aperture a gola che arrivano al soffitto e sottolineano l’altezza degli ambienti. Sui soffitti sono state mantenute e a tratti ripristinate le cornici originarie che insieme alle cornici e alle imbotti dei serramenti esterni ricordano la storia dell’appartamento.

La zona notte si compone di due camere da letto e due bagni.

La camera principale dotata di bagno privato e cabina armadio ha un’impostazione più sofisticata, sottolineata dall’introduzione di alcuni elementi bordeaux, la seconda camera ha una concezione più giocosa con una vivace parete effetto jungle subito riequilibrata dal divano di velluto verde e da una lampada a grappolo in vetro soffiato. Il bagno più piccolo nasconde al suo interno la zona lavanderia sapientemente nascosta agli occhi da una sartoriale armadiatura.

FOTOGRAFIE

Roberta de Palo